Buon lunedì a tutte/i
Oggi volevo condividere con voi alcuni pensieri.. Nel quotidiano non ci rendiamo quasi mai conto di quante scelte facciamo "condizionate" dalla televisione, dalla politica e dalle diffuse credenze generali e spesso, inconsapevolmente, aiutiamo cause sbagliate.
Ho la fortuna di avere qualche vecchia amica fricchettona (spero non si offendano se le chiamo così) che spesso mi raccontano di come la loro vita alla mia età fosse piena di discussioni, dibattiti, intensa attività sociale..insomma un fervore politico ma soprattutto culturale che in effetti alla mia generazione è mancato. Noi, giovani di adesso, abbiamo tante altre cose è vero, altri problemi e ideali, ma siamo soprattutto impregnanti da uno strato dilagante d'indifferenza verso ciò è che fuori dal nostro uscio di casa.
Non diciamoci bugie, è così.
Io sono sempre stata una di quelle che "sposa la causa" ma di fatto non fà molto di più e negli ultimi tempi, crescendo, ho capito che la mia vita, le mie scelte sono davvero importanti per me stessa e per gli altri. Ognuno di noi, può fare qualcosa e anche se la direzione è opposta alla mia, l'importante è che dietro ci sia una scelta. Andando a comprare noi votiamo, andando in un posto piuttosto che in un altro noi votiamo, scegliere una maglia "made in China" o "made in Italy" è di fatto una scelta sociale e politica. (Non entro in merito alla questione qualità-prezzo).
Tutta questa premessa per dirvi che sono stata con Marco ad un incontro sulla situazione del Tibet e sono uscita incazzata, più consapevole e felice al tempo stesso di aver fatto finalmente qualcosa per me stessa, per la mia cultura, per il mio mondo. Probabilmente tanti di voi sanno la storia del Tibet, la lunga lotta per l'indipendenza dall'impero cinese, la scelta della non-violenza dei tibetani e del loro martirio, forse pochi sanno però che in questi giorni 99 giovani monaci tibetani si sono dati fuoco, quindi rinuciato alla loro vita, per sensibilizzare il mondo sulla causa Tibetana. Io personalmente, sapevo della Cina, ma non ne conoscevo la matrice storica e soprattutto la situazione della diaspora tibetana. Sono contenta di essere andata a quell'incontro giovedì sera, piuttosto che esser rimasta a casa a guardare la tv. Sono contenta perchè ho imparato una cosa nuova, triste, ma una cosa che mi rende oggi, ancora più responsabile delle mie scelte future. Il percorso del Dalai Lama si avvicina per ideologia a quello di Gandhi per l'India, la scelta non violenta contro la grande e potente Cina è una scelta etica, che noi tutti dovremmo soppesare.
Alla fine dell'interessante dibattito un ragazzo a chiesto: "ma noi, di fatto semplici cittadini, cosa possiamo fare?" e il tibetano ha risposto:"condividere, parlare, informarsi, perchè il problema dei diritti umanitari riguarda tutti noi." Pensate che prima di Natale il Dalai Lama è venuto a Milano ed il sindaco Pisapia, gli ha negato la cittadinanza onoraria per ragioni puramente politico- economiche.
I cittadini Tibetani esiliati non possono avere alcun documento che riconosca la loro origine, che è completamente diversa da quella cinese e quando devono viaggiare (ovviamente non possono tornare in patria) sono definiti Stateless. E' terribile.
Di 6500 templi e monasteri in Tibet ne sono rimasti 8. Il mondo ha perso un pezzo di cultura millenaria. E' terribile.
Io spero che tutti noi, quando ci ritroveremo davanti ad un prodotto cinese sapremo fare la scelta giusta, perchè anche non comprare è un voto, anche pagare di più per proteggere il nostro artigianato è un voto, anche rinunciare a comprare continuamente è un voto.
Ecco perchè troverete nel blog la bandiera del Tibet piuttosto che un banner pubblicitario, perchè è la mia scelta.
Parlatemi delle vostre scelte e dei vostri dubbi, vi ricordo che potete mandarmi una e.mail con la vostra "lettera aperta" (Vedi nel menù Idee in corso) all'indirizzo: angelpilaf@hotmail.it
p.s Per chi volesse approfondire le informazioni sulla causa tibetana, può guardare Qui
Buon lunedì a tutti!
Angela