Fà un pò effetto riprendere il blog dopo un mese di assenza e così tante cose successe. Non vi farò 10 post con tutte le tappe del viaggio e vari indirizzi, tanto non credo siano fondamentali, ma vi dirò a caldo cos'è stato per me quest'avventura.. così lontana e importante.
Prima di partire immaginavo un viaggio completamente diverso da quello che abbiamo fatto. Forse pensavo, ingenuamente, di trovare artigiani sulla strada e capannette di legno qua e là. Non è stato così.. affatto. Abbiamo visto molta povertà e gli strascichi di una globalizzazione che ha distrutto tantissima storia e tradizione. Ma, mano a mano che passavano i giorni.. ho anche visto molte cose in chiave diversa, lasciando al vento alcuni rigidi filtri "occidentali". Dopo la prima settimana a Buenos Aires e alle cascate di Iguazù ci siamo decisamente allontanati dai ritmi caotici delle città e dai circuiti turistici e ci siamo addentrati nei villaggi andini fino quasi a divenire un tutt'uno con la natura o Pachamama (Madreterra) come dicono in lingua Quecqua. Abbiamo attraversato in jeep deserti, lagune piene di fenicotteri, montagne e saline. Tutto questo in 4: io, Marco, Jessica (la guida) e Reinaldito (il choffer). Un'avventura pazzesca, forte e intensa.
Quando si spegnevano da sole le luci in un albergo nel deserto del Sioli, il più secco del mondo, dopo sole 3 ore di elettricità e dovevamo accendere le candele ho pensato più volte "ma che viaggio di nozze stiamo facendo?.. non abbiamo acqua calda ne luce!"
Poi leggevo l'entusiasmo negli occhi di Marco nel vivere quest'avventura da soli io e lui e dopo aver bevuto un bollente mate di coca per contrastare il mal di testa dovuto all'altitudine e aver visto un tramonto così vivo.. mi addormentavo felice.
Quando siamo arrivati al Salar de Uyuny, 12mila km quadrati di sale ho sentito per la prima volta nella mia vita il vero rumore del silenzio e della pace. Gli occhi non possono vedere tutto quel riflesso senza lenti protettive efficaci e la tua testa è intorpidita da tutto quel bianco e silenzio. Sei in mezzo al nulla o al tutto? e chi lo sà?
La Paz, quasi ultima tappa. Un città a 4000mt di altezza, l'unica città ad essere completamente diversa dalle altre città del mondo. Perchè? Perchè è costruita sulle montagne e abitata dagli Indios, così fieri e forti, 800milapersone. Addentrarsi nei mercati indigeni è stata la più grande esperienza che abbia mai fatto. L'adrenalina della curiosità insaziabile e morbosa, la voglia di fotografare per condividere, pur sapendo che fosse proibito*, gli odori talvolta nauseanti che mi entravano in gola, la gioia e la gratitudine di essere lì, in quel posto nel mondo..così lontano da casa.. troppe, troppe emozioni.
e poi i cibi, gli alberghi, le persone, gli aerei, e il Ritorno, alla vita di sempre o alla nuova vita, chi può dirlo, di due ragazzi innamorati e felici, con tanti progetti e ambizioni, ma soprattutto grati di tutta questa fortuna.Questo è stato il mio viaggio di nozze. Presto un post di sole foto. Ma cos'è meglio per spiegare un viaggio? Le foto, le parole? non lo so.. ho pensato di condividere con voi entrambe, ma una cosa alla volta, perchè anche l'attesa è un'emozione!
*gli indios, essendo un popolo molto superstizioso, credono che facendogli una foto tu possa rubargli l'anima e se si accorgono che tu li stai "puntanto" ti vengono vicino e ti urlano di tutto o si coprono il volto con un cappello.
p.s oggi festeggio il primo mese da Signora (mi fà un certo effetto). Presto anche le foto "ufficiali" del gran giorno.
E voi come siete state? raccontatemi le vostre vite!
vi abbraccio forte forte
Angela